Un attacco di panico (AP) è un episodio improvviso di terrore inaspettato accompagnato da una serie di sintomi fisici. I sintomi associati sono paura, ansia e ideazione catastrofica; i sintomi fisici possono essere neurologici, gastrointestinali, cardiaci e polmonari. Caratteristica di questi pz è l'evitare situazioni ansiogene che precedentemente sono sfociate in 1 AP. 1 AP dura da 5 a 30 minuti con un picco sintomatico medio di 10 min; gli AP possono manifestarsi anche durante il sonno. Possono essere inattesi o attesi (riconducibili ad una situazione): è proprio questa distinzione che differenzia l'AP dal disturbo da AP: quest'ultimo è caratterizzato da AP inattesi ricorrenti a cui segue almeno un mese di ansia persistente per il ricorrere di nuovi attacchi. Circa il 2% della popolazione soffre di AP e in genere esordisce in tarda adolescenza o in età adulta, l'esordio dopo i 45 anni è raro; sembra che il 15/20% dei pz che soffra di AP ha parenti con tale disturbo, e vi è una concordanza del 40% per il disturbo da AP nei gemelli monozigoti; sembra infine che vi sia una percentuale di suicidio associata ad AP pari a quella dei pz affetti da depressione maggiore.
NORADRENALINA.
Sembra che caratteristico dell'AP sia un iniziale eccesso di NA; quest'ipotesi
è avvolarata dall'osservazione che molti pz AP siano ipersensibili agli
antagonisti alfa 2. Anche la caffeina può indurre panico: essa è un antagonista
dell'adenosina e può essere sinergica alla NE: quando a un pz AP viene
somministrato l'equivalente in caffeina di 4/6 tazze, puòsperimentare un AP. I pz
affetti da AP inoltre hanno una risposta fisiologica attenuata agli agonisti
adrenergici post-sinaptici, forse come conseguenza di 1 sistema NE iperattivo:
vi potrà pertanto essere una disregolazione nel sistema NE, con modificazioni
nella sensibilità nei neuroni NE e dei loro recettori, i quali alterano il
proprio funzionamento fisiologico e contribuiscono alla fisiopatologia dell'AP.
GABA.
La maggior enfasi è stata posta sull'indagine della responsività dei recettori
per le benzodiazepine nei pz affetti da disturbo da AP. E' possibile, poi, che
il cervello produca una scarsa quantità di agonista naturale per le
benzodiazepine o che il cervello produca un eccesso di agonisti inversi con
effetto ansiogeno, facendo si che i pz con disturbo da AP sperimentino maggiore
ansia e AP. Alcuni dati suggeriscono un'anomalia per il recettore per le
benzodiazepine, avvalorando pertanto quest'ipotesi dell'agonista inverso. Ciò
sarebbe provato da studi che suggeriscono che il flumazenil, che in soggetti
normali, non provoca alcun sintomo comportamentale, nei pz AP, agisca come
agonista parziale inverso provocando AP.
COLECISTOCHININA
(CCK). Se infuso in pz con disturbo da AP provoca 1 maggior numero di AP: ciò
suggerisce una maggiore sensibilità, in questi pz, del recettore per le CCK, il
CCK-B. Sfortunatamente nelle prime ricerche, gli antagonisti del CCK-B non sono
sembrati efficaci per il disturbo da AP.
IPERSENSIBILITA'
ALL'ANIDRIDE CARBONICA E AL LATTATO. Altra teoria riguardante l'AP sostiene che
esso sia iòl risultato di anomalie nella funzione respiratoria: tale teoria si
basa sull'osservazione che i pz sperimentino più facilmente AP dopo l'esercizio
fisico, quando respirano anidride carbonica.
TEORIA
DELL'ALLARME DA FALSO SOFFOCAMENTO. Questa teoria propone che i pz AP abbiano
nel tronco cerebrale un dispositivo di controllo per il soffocamento che
funziona male, interpreta male i segnali e si attiva in modo errato, scatenando
un falso allarme da soffocamento.
OSSERVAZIONI
NEUROANATOMICHE. Studi di PET hanno mostrato possibili anomalie delle
proiezioni dell'attività neurale verso l'ippocampo; altri studi suggeriscono
che il locus coeruleus ha un certo ruolo nella modulazione della vigilanza
dell'ansia e della paura. Così l'ipersensibilità del sistema limbico è stata
presa in considerazione come possibile eziologia degli AP. E' stato visto
inoltre che pz con foci epilettici temporali sperimentino sintomi simili al
panico: si potrebbe vedere il panico come l'equivalente di un'attivazione
neuronale epilettiforme in parti del cervello che mediano le emozioni, mentre
la vera epilessia può coinvolgere localizzazioni cerebrali che mediano i
movimenti e gli stati di coscienza piuttosto che stati emotivi come ansia e
panico. E' da dire tuttavia che nei pz AP non sono state rilevate anomalie EEG.
Poiché vi sono proiezioni NE dal locus coeruleus verso l'ippocampo, è possibile
che una sregolazione di queste proiezioni, possa spiegare le anomalie
neurofisiologiche ipotizzate durante gli AP.
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